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BOOMING 2026:
#RICONCILIAZIONE

Nel suo testo fondamentale Io e Tu del 1923, Martin Buber formula il principio dialogico con l’affermazione: “Ogni vera vita è incontro” e intende sottolineare che l’esistenza autentica non si compie nella chiusura individuale o nella riduzione dell’altro a oggetto (Io-Esso), ma soltanto nel riconoscimento dell’altro come Tu, nella sua irriducibile alterità e interezza. Per tanto “Ogni vera vita è incontro” e senza riconciliazione non c’è incontro autentico, ma solo isolamento.

La VI edizione di BOOMING vuole partire da qui e dalla parola riconciliazione, che nel testo di Buber pur non nominata esplicitamente, è implicita in questa visione: per aprirsi all’incontro occorre deporre il bisogno di dominio e lasciarsi trasformare dal dialogo. Senza tale movimento, non c’è vita autentica ma solo isolamento. In questa prospettiva, l’arte contemporanea può essere letta come pratica dialogica: luogo in cui l’artista e il pubblico si riconciliano attraverso l’opera, costruendo uno spazio relazionale che non cancella le differenze, ma le accoglie come possibilità di senso condiviso.

RICONCILIAZIONE.
Non un compromesso, non una resa, ma un gesto radicale. Riconciliare significa rimettere insieme ciò che è stato separato: individuo e collettività, natura e tecnologia, memoria e futuro, diversità e conflitto. È un processo, non un punto di arrivo: un atto di coraggio che attraversa fratture intime e sociali per rigenerare legami e immaginare mondi più abitabili. La parola chiave Riconciliazione in questa nuova edizione della fiera è intesa come pratica urgente per un presente segnato da polarizzazioni, crisi ecologiche, guerre visibili e invisibili, solitudini digitali. Non una pacificazione sterile, ma un terreno fertile di negoziazione, cura e ascolto.

BOOMing Contemporary Art Show si articolerà in quattro sezioni, pensate come luoghi di incontro fra differenze, contraddizioni e possibilità di coesistenza.

RICONCILIAZIONE – MAIN SECTION

Una fotografia delle gallerie che lavorano con artist* capaci di trasformare le ferite in linguaggi visivi. Non si tratta di occultare il conflitto, ma di attraversarlo per generare nuove forme di comunità. Le realtà selezionate racconteranno l’arte come pratica di healing (guarigione) e rigenerazione, mostrando come il gesto artistico possa farsi spazio comune, luogo dove riscrivere narrazioni interrotte e aprire dialoghi inattesi.

immagine booming 2026

GENERATION(Z) – FUTURI PLURALI

Le nuove generazioni, cresciute in un tempo di crisi climatica, pandemie e diseguaglianze, sono anche quelle più abili nell’intessere relazioni ibride e transnazionali. Questa sezione esplorerà i linguaggi degli artist* GenZ che praticano la riconciliazione attraverso la fluidità identitaria, l’attivismo digitale, le comunità decentralizzate. Non solo testimoni del presente, ma artigian* di futuri plurali, capaci di riconciliare radici e mutazioni, analogico e virtuale, locale e globale.

FEMINISMS – CORPI IN DIALOGO

La riconciliazione passa necessariamente attraverso il corpo. I femminismi – al plurale – restano fondamentali per ripensare relazioni di potere, storie non dette e genealogie spezzate.
Questa sezione metterà in dialogo pratiche artistiche che affrontano traumi e discriminazioni, ma che soprattutto costruiscono ponti: fra generi, culture, esperienze intersezionali. La riconciliazione qui diventa cura collettiva, riscrittura dei margini come centri vitali.

BIOFILIE – ECOLOGIE RICONCILIATE

Non ci può essere futuro senza un atto di riconciliazione con il pianeta. Gli/le artist* selezionat* mostreranno visioni di una convivenza possibile con l’ambiente: pratiche di sostenibilità, materiali rigenerati, rituali ecologici. L’arte diventa un laboratorio dove riconciliare il respiro umano con quello della Terra, trasformando la catastrofe annunciata in possibilità di cambiamento quotidiano.